venerdì 8 maggio 2009

Efficienza energetica degli edifici: l'UE rivede la direttiva

Tagliare i consumi degli edifici per risparmiare una consistente fetta di energia. Così, l’Europarlamento ha colto i suggerimenti dalla Commissione parlamentare Industria per trovare una definizione europea armonizzata e comune di ''edifici a emissioni zero''.
L’Europa rivede la direttiva in materia di efficienza energetica degli edifici e stabilisce che gli edifici europei del futuro, costruiti dopo il 31 dicembre 2018, dovranno riuscire a coprire una parte del proprio fabbisogno energetico attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Sono necessarie una serie di misure, a partire dalla fissazione di target nazionali di riduzione del consumo energetico nell'edilizia, all'obbligo per tutti i paesi europei di garantire che tutti i nuovi edifici siano completamente autosufficienti.
L’edificio autosufficiente è in grado di produrre energia in proprio da fonti rinnovabili, entro il 2018. La Commissione Industria propone anche importanti incentivi europei, quali la creazione di un fondo per l'efficienza energetica, che sostenga progetti innovativi di bioedilizia. Prevede strumenti finanziari come la promozione di sconti fiscali e incentivi come la riduzione dell'IVA per tutti i prodotti che aumentino l'efficienza energetica degli edifici.
Sarà obbligatorio installare contatori intelligenti per l’elettricità in tutti gli edifici sottoposti a grandi ristrutturazioni.
Inoltre gli standard di efficienza energetica si dovranno applicare anche alle singole componenti edilizie e tecniche (finestre, sistemi di isolamento dei muri e dei tetti, caldaie per il riscaldamento, sistemi di aria condizionata etc.) che entrano nelle ristrutturazioni.

Per i lavori di rinnovo e restauro degli edifici esistenti, gli Stati membri presenteranno entro il 30 giugno 2011 dei piani d’azione nazionali contenenti gli strumenti finanziari, tra cui fondi e incentivi, per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Adesso le proposte saranno vagliate dall’aula plenaria e poi toccherà al Consiglio dei ministri dare l’approvazione finale.

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