“Le questioni legate alla cura e alla salvaguardia dell’ambiente devono oggi tenere in debita considerazione le problematiche energetiche. L’accaparramento delle risorse energetiche non rinnovabili da parte di alcuni Stati, gruppi di potere e imprese costituisce, infatti, un grave impedimento per lo sviluppo dei Paesi poveri. Questi non hanno i mezzi economici ne´ per accedere alle esistenti fonti energetiche non rinnovabili ne´ per finanziare la ricerca di fonti nuove e alternative. L’incetta delle risorse naturali, che in molti casi si trovano proprio nei Paesi poveri, genera sfruttamento e frequenti conflitti tra le Nazioni e al loro interno. Tali conflitti si combattono spesso proprio sul suolo di quei Paesi, con pesanti bilanci in termini di morte, distruzione e ulteriore degrado. La comunita` internazionale ha il compito imprescindibile di trovare le strade istituzionali per disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, con la partecipazione anche dei Paesi poveri, in modo da pianificare insieme il futuro. Anche su questo fronte vi e` l’urgente necessita` morale di una rinnovata solidarieta`, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi altamente industrializzati. Le societa` tecnologicamente avanzate possono e devono diminuire il proprio fabbisogno energetico sia perche´ le attivita` manifatturiere evolvono, sia perche´ tra i loro cittadini si diffonde una sensibilita` ecologica maggiore. Si deve inoltre aggiungere che oggi e` realizzabile un miglioramento dell’efficienza energetica ed e` al tempo stesso possibile far avanzare la ricerca di energie alternative. E` pero` anche necessaria una ridistribuzione planetaria delle risorse energetiche, in modo che anche i Paesi che ne sono privi possano accedervi. Il loro destino non puo` essere lasciato nelle mani del primo arrivato o alla logica del piu` forte. Si tratta di problemi rilevanti che, per essere affrontati in modo adeguato, richiedono da parte di tutti la responsabile presa di coscienza delle conseguenze che si riverseranno sulle nuove generazioni, soprattutto sui moltissimi giovani presenti nei popoli poveri, i quali « reclamano la parte attiva che loro spetta nella costruzione d’un mondo migliore.”
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E` auspicabile che la comunita` internazionale e i singoli governi sappiano contrastare in maniera efficace le modalita` d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose. E` altresı` doveroso che vengano intrapresi, da parte delle autorita` competenti, tutti gli sforzi necessari affinche´ i costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni siano riconosciuti in maniera trasparente e siano pienamente supportati da coloro che ne usufruiscono e non da altre popolazioni o dalle generazioni future: la protezione dell’ambiente, delle risorse e del clima richiede che tutti i responsabili internazionali agiscano congiuntamente e dimostrino prontezza ad operare in buona fede, nel rispetto della legge e della solidarieta` nei confronti delle regioni piu` deboli del pianeta.121 Uno dei maggiori compiti dell’economia e` proprio il piu` efficiente uso delle risorse, non l’abuso, tenendo sempre presente che la nozione di efficienza non e` assiologicamente neutrale. -Le modalita` con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalita` con cui tratta se stesso e, viceversa. Cio` richiama la societa` odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, e` incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano. E` necessario un effettivo cambiamento di mentalita` che ci induca ad adottare nuovi stili di vita, ‘‘nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti’’. Ogni lesione della solidarieta` e dell’amicizia civica provoca danni ambientali, cosı` come il degrado ambientale, a sua volta, provoca insoddisfazione nelle relazioni sociali. La natura, specialmente nella nostra epoca, e` talmente integrata nelle dinamiche sociali e culturali da non costituire quasi piu` una variabile indipendente. La desertificazione e l’impoverimento produttivo di alcune aree agricole sono anche frutto dell’impoverimento delle popolazioni che le abitano e della loro arretratezza. Incentivando lo sviluppo economico e culturale di quelle popolazioni, si tutela anche la natura. Inoltre, quante
risorse naturali sono devastate dalle guerre! La pace dei popoli e tra i popoli permetterebbe anche una maggiore salvaguardia della natura. L’accaparramento delle risorse, specialmente dell’acqua, puo` provocare gravi conflitti tra le popolazioni coinvolte. Un pacifico accordo sull’uso delle risorse puo` salvaguardare la natura e, contemporaneamente, il benessere delle societa` interessate.”
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